La grande ignoranza by Irene Tinagli

La grande ignoranza by Irene Tinagli

autore:Irene Tinagli [Tinagli, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Political Ideologies, General
ISBN: 9788858695760
Google: TX-CDwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-01-28T23:00:00+00:00


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Formazione addio

In un’intervista a «la Repubblica» del 2016 il novantaduenne Emanuele Macaluso ricordava come «fino a venti anni fa il bracciante siciliano aveva una visione del mondo, un orizzonte, che oggi non ha nemmeno un laureato».1

Questo perché il Partito comunista garantiva una formazione politica che partiva dalle singole sezioni sul territorio, fino alla sede centrale a Roma. Una formazione che coinvolgeva tutti, dall’operaio militante al dirigente laureato.

Scriveva Miriam Mafai nel suo libro Botteghe Oscure, addio: «Tutti i buoni militanti andavano a scuola. In ogni sezione, regolarmente, si organizzavano corsi politico-teorici che si svolgevano la sera e duravano alcune settimane. Erano corsi nei quali si studiava di tutto: la situazione internazionale, la politica delle alleanze, le questioni agrarie, la storia d’Italia e del partito. Migliaia di compagni di base, militanti e attivisti, finito il lavoro arrivavano in sezione con i loro quaderni e si chinavano sulle dispense intitolate a Togliatti, a Lenin, a Stalin, a Marx, a Clara Zetkin».2

Questo accadeva perché c’era un tempo in cui fare politica significava anche, e prima di tutto, studiare. I corsi tenuti a livello locale (di sezione, zona o federazione) vennero frequentati nei soli anni tra il 1945 e il 1954 da oltre 300.000 militanti. Tra questi venivano selezionati i migliori, che sarebbero poi stati mandati alle scuole di livello superiore, fino ad arrivare alla più famosa del partito, la «scuola centrale quadri» intitolata ad Andrej Ždanov, e divenuta poi l’Istituto di studi comunisti «Palmiro Togliatti». In realtà tutti la chiamavano, semplicemente, le «Frattocchie», dal nome della località dove si trovava la villa in cui si tenevano i corsi. I prescelti venivano inviati per alcuni mesi in questa scuola sui Colli Albani, dove non avrebbero avuto alcuna distrazione e sarebbero stati formati non solo sui contenuti delle politiche economiche, sociali, ma anche abituati a una disciplina ferrea e alla fedeltà agli ideali del Partito, con la P rigorosamente maiuscola, in modo da poter essere pronti a incarichi di responsabilità.

Oltre ai corsi locali e alle Frattocchie vi erano poi altre scuole in cui venivano organizzati sia brevi corsi di aggiornamento sia corsi di lunga durata, che andavano dai tre ai dieci mesi. Alle occasioni formali di formazione si affiancavano poi alcuni centri studio che negli anni vennero creati per approfondire i temi più rilevanti del dibattito politico, in particolare le politiche economiche e le riforme istituzionali. I due più prestigiosi furono il Cespe, Centro studi di politica economica, fondato nel 1966 come organo del Comitato centrale comunista, e divenuto presto un riferimento importante capace di attirare personalità di grande prestigio, come gli economisti Federico Caffè, Franco Momigliano, Luigi Spaventa, Giorgio Ruffolo o il giurista Sabino Cassese. E il Crs, Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato, fondato nel 1972, che ebbe un ruolo sempre più importante nell’elaborazione di idee e proposte legislative, come per esempio sulla riforma dei partiti (per promuovere nuove forme di partecipazione alla vita politica) o sulla riforma costituzionale di cui si parlava molto negli anni Ottanta (vari membri della Commissione bicamerale per le riforme guidata da Aldo Bozzi erano legati al Crs).



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